I bambini che recentemente, all'auditorium di Roma, hanno sentito, dalla voce del direttore d'orchestra - colui che aveva tenuto insieme e dato forma allo spettacolo cui avevano appena assistito - che Babbo Natale non esiste devono essere rimasti un po' sorpresi, almeno molti di loro. Qualcuno avrà anche pensato fra sé "lo sospettavo", altri non ci avranno nemmeno fatto caso, già presi dal pensiero di ciò che avrebbero voluto appena usciti dalla sala. Chi davvero però è rimasta scandalizzata, pare, è stata una buona parte dei genitori che hanno visto questa inopportuna uscita colpire rovinosamente quella piccola parte del mondo-come-dovrebbe-essere che gli era rimasta, cioè la versione che di esso amano presentare ai propri figli.
Immediatamente la direzione dell'auditorium si è dissociata parlando di opinione personale di una singola persona e sottolineando che il responsabile era stato subito allontanato dall'incarico. Alcuni dei genitori minacciano perfino una class-action: non ci si vuol far mancare niente, evidentemente, per punire e censurare un'azione ritenuta così "vergognosa".
L'atto del direttore d'orchestra viene trattato, sul piano cultural-psicologico e rispetto ai bambini, quasi si trattasse di un attentato terroristico: un attentato alla serenità dei piccoli e ad un loro presunto "diritto a sognare"; un attentato a quel mondo-come-dovrebbe-essere a cui si pensa abbiano diritto di credere o, forse, a cui i loro genitori credono di avere il diritto che i propri figli credano.
Banalità sottaciuta, però, è il fatto che l'informazione che è stata data ai ragazzi.... è vera. Assolutamente vera, come tutti sanno. Ma questo sembra essere, in questo caso, un particolare irrilevante: il punto non è se l'informazione è vera o no, ma che è inopportuno che venga diffusa.
In questo caso parliamo di Babbo Natale e dei bambini, ma viene spontaneo, mi pare, un collegamento di questa vicenda con ciò che si sente dire da varie fonti governative, dell'idea di un controllo (evidentemente censorio) sulle cosiddette "bufale" che girano su internet. Indubbiamente di pseudo-informazioni non provate e molto debolmente argomentate ne girano fin troppe ed una accurata selezione critica sarebbe utile se fossimo tutti noi direttamente a farla - anche quando ci può piacere o venir comodo prenderle per buone - anziché qualche agenzia governativa. Ma, nel caso delle "bufale" si tratta di questioni che potrebbero (più o meno probabilmente) essere false e perciò dannose. Mentre in quello di ciò che ha detto il direttore all'auditorium, si tratta di una cosa indubitabilmente vera, ma trattata ugualmente come dannosa e da condannare. Se ragioniamo su come il concetto attualmente sempre più in voga di "post-verità" si vada diffondendo nella mentalità comune e quanto riguardi di fatto anche la nozione di democrazia, la differenza è più sottile di quanto possa sembrare, e lo diventa anche di più se allarghiamo il modo in cui guardiamo alla questione ricordando il trattamento mediatico di quella (maggioritaria) parte della popolazione inglese o americana che ha votato per la Brexit o per Trump (al referendum italiano la maggioranza era troppo schiacciante e le speranze di restare al governo per chi ha perso troppo concrete per potersi permettere lo stesso atteggiamento): si è parlato di gente ignorante, arretrata, vecchia, di campagnoli non al passo con i tempi ecc... e c'è stato più di qualcuno che si è perfino chiesto se abbia ancora senso il voto a suffragio universale esteso anche a chi manifestamente non ha le "competenze necessarie" per.......votare "bene". Un discorso di minorità, in pratica, non così lontano da quello su Babbo Natale per i bambini, i quali hanno diritto a sognare.....e lasciamoli sognare, dunque, magari rimpinzandoli di tutto quello che vogliono, così imparano subito ad essere dei bravi cittadini consumatori consumisti devoti al Babbo Natale/Mercato Capitalista e dipendenti dal denaro fonte unica ed assoluta di ogni bene.
Ma, per tornare ai bambini che erano all'auditorium, un bel regalo di Natale effettivamente credo l'abbiano avuto, fattogli insieme dal direttore d'orchestra e, loro malgrado, dai genitori e dalla direzione del teatro; un regalo che però potranno spacchettare ed aprire solo tra qualche anno: quando finalmente sapranno, senza ombra di dubbio, che davvero Babbo Natale non esiste: davvero, non è una bufala!!
Allora forse si ricorderanno di quel "malvagio" direttore d'orchestra e si accorgeranno che a volte anche coloro che sembrano o sono visti male, come estranei, eccentrici, incompatibili, forse perfino pericolosi, può darsi che dicano la verità. E soprattutto che molto spesso chi dice la verità viene trattato così. Ma anche che, mentre le nostre e le altrui opinioni cambiano e passano, ciò che è vero resta, ed è ancora lì nel momento in cui non è più possibile negarlo, indipendentemente da quando "credibile" o "presentabile" fosse considerato colui che lo aveva riconosciuto prima degli altri.
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