In realtà, di fatto, dentro e sotto a ciò che ufficialmente, nominalmente o apparentemente sono i grandi sistemi in cui si articola la società, la dimensione dell’ambito sociale naturalmente proporzionato all’essere umano è molto più piccolo.
Molto più piccolo è quello a cui arriva la nostra capacità di reale comprensione (una comprensione che non sia esclusivamente astratta e del tutto slegata dall’esperienza), di gestione e soluzione dei problemi, di comprensione e comunicazione con l’interlocutore, di reale interesse e sensibilità per le questioni coinvolte e di piacevolezza/soddisfazione nel rapportarvisi.
Inoltre, di fatto, anche all’interno dei grandi sistemi, il reale ambito sociale col quale siamo davvero coinvolti è quello delle poche persone o decine di persone con cui siamo in contatto e questo è ciò che effettivamente funziona.
Il mondo attuale ci richiede una percezione della realtà su scala globale ed una sensibilità corrispondente, ma ciò è fuori misura per noi esseri umani la cui naturale scala di orizzonte di un ambiente sociale è la comunità, la tribù, il villaggio, il piccolo centro abitato.
L’idea che bisogna “civilizzarci” al punto da ridimensionare di conseguenza la nostra scala di percezione/sensibilità sociale sembra portarci il gioiello evolutivo della modernità occidentale, ma in realtà ne tradisce i presupposti contraddittori.
Eravamo partiti dal trasformare l’ambiente in cui viviamo a nostra misura anziché accettare che fosse l’ambiente a fissare i limiti del nostro modo di vivere.
Ma il fare questo a partire da idee astratte ovvero senza vedere il nesso profondo che ci rende non-altro dalla Natura, ci ha portato all’esito manifesto della contraddizione e dell’ignoranza di fondo per la quale oggi ci troviamo a dover adeguare la nostra natura umana, senza peraltro riuscirci, ad un ambiente artificiale e fuori misura che noi abbiamo creato ma che ci è sfuggito di mano sia nello ‘spirito’ che lo anima (nelle sue leggi di funzionamento interne) sia nelle dimensioni che ha raggiunto.
martedì 24 luglio 2007
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento